cervo
cèrvo s. m. (f. -a) [lat. cĕrvus, f. cĕrva]. – 1. a. Genere di ruminanti (lat. scient. Cervus) della famiglia cervidi, che vive con 15 specie (di cui la più nota è Cervus elaphus, in ital. c. nobile) e numerose sottospecie in Europa, Africa settentr., e Asia a sud dell’Himalaya; ha statura robusta, coda corta, palchi generalmente alti provvisti di «pugnali», mantello di colore uniforme nell’adulto, macchiato nel giovane. b. Nome comune di altri generi e specie di cervidi: c. americani, denominazione comprensiva di più generi (odocelo o cariaco, blastocero, ippocamelo, mazama), caratterizzati dal fatto che solo i maschi portano le corna; c. andino, altro nome dell’ippocamelo bisulco; c. indiano o c. pomellato o cital (lat. scient. Axis), con palchi a forma di lira, mantello bruno a fitte macchie bianche; c. giapponese, altro nome del sika; c. porcino, ruminante detto anche ielafo (v.). 2. Nei proverbî e nell’uso poet. è spesso simbolo ora della velocità nella corsa ora della timidezza: chi è asino e c. esser si crede, al saltar della fossa se n’avvede (prov.); cane agli sguardi e c. al core! (V. Monti). 3. Nelle gare di tiro, c. corrente, sagoma dell’animale che costituisce un bersaglio mobile su un binario orizzontale. ◆ Dim. cervétto, cervino, poco comuni; accr. cervóne.