celiaco
celìaco agg. [dal lat. coeliăcus, gr. κοιλιακός, der. di κοιλία «cavità, ventre», da κοῖλος «cavo»] (pl. m. -ci). – 1. In anatomia: a. Arteria c., nei vertebrati, tronco arterioso che prende origine dal tratto addominale dell’aorta, dando a sua volta origine a tre arterie (epatica, splenica e gastrica sinistra). b. Plesso c., plesso neurovegetativo, costituito da elementi ortosimpatici e parasimpatici, situato intorno all’arteria celiaca; le sue fibre, motorie e sensitive, vasomotorie, secretorie, innervano tutti i visceri addominali. 2. In medicina: a. Morbo c., malattia il cui esordio si osserva di solito nei bambini tra il quarto mese e il terzo anno di vita, in rapporto con l’ingestione di cereali e derivati (tuttavia, in alcuni casi l’affezione può manifestarsi solo in età adulta) e che è caratterizzata da un difettoso assorbimento intestinale dei grassi e dei carboidrati, che compromette lo stato di nutrizione; si manifesta con evacuazioni abbondanti, disturbi da carenza alimentare, anemia, arresto della crescita; al momento l’unica terapia è la dieta senza glutine. b. Sindrome c., nome dato a quadri morbosi con steatorrea (mucoviscidosi, sprue non tropicale, ecc.) che riproducono, nelle sue grandi linee sintomatologiche, il morbo celiaco, ma con un diverso meccanismo di comparsa.