celentaneggiare
v. intr. (scherz.) Imitare, scimmiottare il modo di fare, muoversi, cantare e parlare del cantante e intrattenitore Adriano Celentano. ◆ Per la prima volta Jovanotti-Gino Latino si muove a tutto palco, celentaneggia, balla e lancia i suoi ululati da idiota del villaggio spalleggiato da una vera band. (Giacomo Pellicciotti, Repubblica, 7 dicembre 1989, p. 20, Musica) • «Tutti quelli che arrivano alla sua corte tendono a celentaneggiare e finiscono fuori posto e fuori tempo, come il mio amico Claudio Bisio. Per non parlare dell’intervista ‘dalemiana’ che si è fatto fare dalla Neri. Un messaggio a Celentano? Acqua in bocca» [Antonio Ricci]. (Piero Degli Antoni, Quotidiano.net, 30 ottobre 1999) • Erano più trascinanti i tredicenni che salivano sul palco leggendo parole altrui contro il regime. Serena Dandini con The Show Must Go Off e Daria Bignardi con Le invasioni barbariche si ritrovano spiazzate. Gli ospiti della compagnia di giro celentaneggiano e perdono mordente. (Mariarosa Mancuso, Corriere.it, 18 marzo 2012, Cultura, Il club della Lettura).
Derivato dal nome proprio (Adriano) Celentano con l’aggiunta del suffisso -eggiare.