Ccs
s. m. inv. Acronimo di Contratto di convivenza solidale. ◆ Francesco Rutelli, in una lettera pubblicata sul sito della Margherita, dice no a Pacs e matrimoni gay e lancia -- seppure a titolo personale -- l’idea dei Ccs, i Contratti di convivenza solidale. Diversi, rispetto ai Pacs, per il valore giuridico: i Ccs sono semplici contratti di diritto privato stipulati tra i contraenti, anche se, precisa Rutelli nel documento, «si possono codificare nel codice civile». (Repubblica, 18 settembre 2005, p. 1, Prima pagina) • «Abbiamo fatto uno sforzo di fantasia per mettere fine a pericolose contrapposizioni -- spiega Beppe Fioroni --. Il Ccs risolve le aspettative dei Pacs senza scimmiottare il matrimonio. Noi siamo nettamente contrari alla registrazione delle unioni e sono convinto che è la posizione di [Romano] Prodi». (Monica Guerzoni, Corriere della sera, 18 settembre 2005, p. 11, Politica) • [tit.] Unioni di fatto, Rutelli ha messo Prodi tra due fuochi / Le dichiarazioni su «Pacs» e «ccs» scatenano un putiferio: centrosinistra spaccato [testo] Sebbene Romano Prodi inviti a «non farne una questione terminologica», il dibattitto su Pacs e Ccs già tiene banco nell’Unione e la divide in due «partiti». Dopo lo smarcamento di Francesco Rutelli -- che ha proposto di regolare le unioni di fatto, anche omosessuali, con semplici contratti di convivenza solidale -- Ds, Verdi, Sdi, Rifondazione e Comunisti Italiani si schierano con Prodi e difendono i Pacs. (Guiduccio Baldi, Gazzetta del Sud, 19 settembre 2005, p. 4, Interni).
V. anche contratto di convivenza solidale, Cus.