castoro
castòro s. m. [dal lat. castor -ŏris, gr. κάστωρ -ορος]. – 1. Genere di roditori (lat. scient. Castor), l’unico oggi sopravvissuto dei numerosi generi che costituivano la famiglia castoridi, rappresentato da due specie, Castor canadensis, diffusa nell’America Settentrionale e Centrale, e Castor fiber, diffusa in Europa e Asia; i castori hanno generalmente forme tozze, arti brevi, con le dita dei piedi posteriori riunite da membrana natatoria, coda cilindrica e pelosa alla radice, appiattita, spatoliforme e rivestita di squame nel resto; il pelame è una lanugine fittissima, grigia alla base e bruna all’apice, frammista a peli di contorno lunghi e lucentissimi. Attivo nuotatore, fa vita gregaria, scavando tane lungo i corsi d’acqua, e costruisce, con il lavoro dei suoi forti denti incisivi, dighe di sbarramento e ponti con rami e tronchi di alberi tagliati. 2. La pelliccia del castoro, assai pregiata, a pelo bruno, folto e morbido ma resistente. Anche la pelle del castoro conciata: guanti di c.; c. argentato (la pelle del ventre del castoro); o il pelo del castoro, che si utilizza per la fabbricazione di feltri: cappello, berretto di castoro. 3. Tessuto pregevole e pesante di lana cardata, morbido e leggermente vellutato, che s’adopera specialmente per abiti o cappotti da uomo. 4. Lo stesso che castoreo.