castagna
s. f. [lat. castanea, der. del gr. κάστανον «castagna, castagno»]. – 1. Il frutto mangereccio del castagno: è un achenio, globoso-schiacciato, a pericarpo (buccia o scorza) coriaceo, di color marrone, lucido all’esterno, peloso di dentro, racchiuso, da solo o con una o due altre castagne, nella cupola (riccio), armata di densi e lunghi aculei. All’interno della scorza, il seme è avvolto da una pellicola membranosa rossiccia e consiste di due grossi cotiledoni ricchi di amido, grasso e protidi. Locuzioni: diricciare o sdiricciare le castagne, levarle dal riccio; sbucciare o sgusciare le c., toglier loro la scorza; mondare le c., levandone la pellicina; castrare le c., fenderle con un taglio trasversale nel guscio perché non scoppino quando si arrostiscono; c. secche, quelle fatte seccare e poi sbucciate e mondate perché si conservino a lungo; c. lessate (v. anche ballotta1, caldallessa); c. arrostite (v. anche bruciata1, caldarrosta); c. candite, cotte in sciroppo di zucchero (fr. marrons glacés); c. di ricciaia, quelle che si fanno maturare chiuse nei ricci; farina di castagne (o farina dolce), ottenuta macinando le castagne secche. Ormai rare o ant. le espressioni: meno di una c., poco o nulla: gli è avanzato meno d’una c.; a scorza di castagna, del colore marrone proprio della sua scorza: un destrier baio a scorza di c. (Ariosto); fare le c., produrre schiocchi premendo e strisciando con forza il dito pollice contro il medio. Usi fig.: prendere in castagna, cogliere in fallo, in errore (la frase potrebbe essere un calco sinonimico di cogliere in marrone, per identificazione paretimologica di marrone1 e marrone2); cavare la c. dal fuoco con la zampa del gatto, fare qualcosa in vantaggio proprio esponendo altri al rischio; cavare (o anche levare, togliere) le c. dal fuoco per qualcuno, darsi pena o esporsi a un rischio per solo profitto d’altri (le due ultime frasi ricalcano il fr. tirer les marrons du feu, espressione derivata da una favola di J. de La Fontaine, «Le singe et le chat»). 2. Nome d’altre piante o frutti: a. C. dell’Australia, il frutto di una leguminosa del genere castanospermo (v.). b. C. d’acqua, erba dicotiledone annuale (Trapa natans), acquatica, con foglie diverse a seconda se sono sommerse o galleggianti, fiori piccoli e frutto a noce drupiforme con un seme grosso, dolce, commestibile; è divenuta rara in Europa e in Italia per effetto delle bonifiche. c. C. di terra, erba con tuberi radicali mangerecci, sinon. di bulbocastano. 3. Ciascuna delle piccole placche cornee (dette anche castagnette o unghielle) presenti nella parte inferiore interna dell’avambraccio degli equini e, nel cavallo, anche sulla faccia interna e superiore dello stinco posteriore. 4. C. dell’argano, il nottolino d’arresto. 5. Nella costruzione navale, ciascuno dei robusti scontri, disposti lungo gli scali di costruzione per trattenere l’invasatura, e quindi la nave, fino al momento del varo. 6. Termine di uso pop. con cui nel gioco del calcio viene indicato un tiro di grande potenza e nel pugilato un pugno di notevole efficacia. 7. Pesce castagna: pesce teleosteo della famiglia bramidi (lat. scient. Brama brama), di color grigio argenteo, con carni molto apprezzate, che vive nelle profondità marine tra i 100 e i 400 metri. ◆ Dim. castagnina, castagnétta (v. castagnetta1), castagnòla (v. castagnola1); spreg. castagnùccia; pegg. castagnàccia.