casa-rifugio
(casa rifugio), loc. s.le f. Centro di accoglienza destinato soprattutto a donne che hanno subito violenze o maltrattamenti, e ai loro figli. ◆ Per minori e donne vittime di maltrattamenti familiari sarà realizzata a Giarre una «casa-rifugio». (Sicilia, 16 ottobre 2004, p. 33, Catania) • Un aiuto per uscire dal silenzio, per trovare la forza di denunciare. Ma anche per tutto quello che viene dopo: «Una casa-rifugio anonima, innanzitutto. Perché spesso la violenza si nasconde proprio tra le mura domestiche, i processi durano anche dieci anni: a questo scopo il sindaco di Roma Walter Veltroni ci ha già teso una mano», afferma la [Michelle] Hunziker. (Alessandra Mangiarotti, Corriere della sera, 8 giugno 2007, p. 25) • Nella «casa rifugio» cuneese la donna è insieme alla madre, la quarantenne compagna del manovale albese di 50 anni. Entrambi sarebbero ancora accusati di occultamento di cadavere e l’uomo anche di maltrattamenti in famiglia. La ragazza sta cercando un lavoro. (Andrea Garassino, Stampa, 17 gennaio 2008, Cuneo, p. 76).
Composto dal s. f. casa e dal s. m. rifugio.
Già attestato nella Repubblica del 2 febbraio 1993, p. 22, Cronaca (Donatella Chiappini).