casa comune
loc. s.le f. In politica, coalizione o formazione nella quale si riconoscono diverse forze, correnti o movimenti politici, con denominazione, intendimenti e programmi comuni. ◆ [Gianfranco Fini], in chiusura di discorso, accenna, in un panorama di tetti comuni cadenti, alla volontà di «costruire una casa comune per i tanti italiani convinti come noi della necessità di difendere i veri valori della vita». (Messaggero, 7 febbraio 1999, p. 9, Cronache Italiane) • nella casa comune ciascuno arriva con la sua storia, con i suoi valori che non possono essere considerati premessa irrilevante a un pragmatismo indifferente. (Giornale, 31 gennaio 2002, p. 8, Commenti) • A sancire la nuova alleanza è arrivato ieri sera il benvenuto da parte di Claudio Scajola: «Da oggi lavoreremo insieme sotto la guida di Silvio Berlusconi per costruire in Liguria come in tutta Italia la casa comune dei Popolari Europei: una chiara alternativa moderata alla sinistra, come avviene in tutta Europa. Sono certo che questi amici dell’Udc hanno interpretato i sentimenti e anticipato le scelte di molti, ma soprattutto hanno interpretato le aspirazioni dei loro elettori». (Repubblica, 15 marzo 2008, Genova, p. XV).
Composto dal s. f. casa e dall’agg. comune.
Già attestato nel Corriere della sera del 19 gennaio 1992, p. 24 (Ugo Savoia).
V. anche tetto comune.