cartuccia
cartùccia s. f. [der. (propr. dim.) di carta; nel sign. 3, ricalca il fr. cartouche e l’ingl. cartridge] (pl. -ce). – 1. non com. Piccolo pezzo di carta; carta poco buona. 2. Complesso di carica, bossolo, capsula e proietto, costituente il colpo completo per le armi da fuoco portatili, per le mitragliere e per le artiglierie di piccolo e medio calibro a tiro rapido: c. a spillo, usata per lo più nei fucili da caccia della seconda metà del sec. 19°, nella quale era inserita, lateralmente al fondello, una sbarretta d’ottone che, una volta colpita dal cane, percuoteva la capsula d’innesco; c. ad ago, la prima che richiese l’adozione di un meccanismo di sparo a otturatore (la cui parte battente era appunto a forma di ago) nei fucili a retrocarica, e che consentiva una maggiore celerità e capacità di fuoco; c. a percussione centrale, attualmente le più diffuse; c. a percussione anulare, per carabine e pistole di piccolo calibro; c. a salva (pop. a salve), speciale cartuccia a polvere, senza proiettile, per sparare a salva (v. salva1). Locuzioni fig.: sparare l’ultima c., valersi dell’ultimo mezzo possibile; pop. mezza c., uomo dappoco o di piccola statura. 3. Oggetto a forma di cartuccia, elemento di meccanismi o di strumenti fatto in modo da poter essere facilmente inserito per la sostituzione (per es., il tubetto di plastica contenente inchiostro usato per caricare alcuni tipi di penne stilografiche, la parte filtrante di alcuni filtri per olio negli autoveicoli, ecc.). In elettrotecnica, condensatori a c., condensatori cilindrici di piccole dimensioni; c. piezoelettrica, lo stesso che fonorivelatore piezoelettrico; c. microfonica, l’elemento sensibile di un microfono, generalmente cilindrico e amovibile dall’intero microfono (e analogam. per la c. telefonica dei microtelefoni).