capriccio /ka'pritʃ:o/ s. m. [dall'ant. caporiccio]. - 1. [voglia improvvisa e bizzarra, spesso ostinata anche se di breve durata: ma che c. ti salta, ora?] ≈ estro, fantasia, (non com.) ghiribizzo, grillo, ostinazione, sfizio, (fam.) ticchio, (tosc.) uzzolo, voglia. ↓ desiderio. ● Espressioni: fare i capricci [spec. di bambini, non stare buono] ≈ fare le bizze, lagnarsi, ostinarsi, piagnucolare; levarsi (o togliersi) un capriccio [prendersi una soddisfazione] ≈ togliersi lo sfizio. ▲ Locuz. prep.: a capriccio ≈ a caso, di getto, d'impulso. 2. [amore superficiale e instabile: un c. giovanile] ≈ avventura, cotta, flirt, infatuazione, passioncella. ↑ passione. ‖ amorazzo, tresca. 3. [fenomeno anomalo: un c. della natura; i c. della sorte] ≈ (non com.) bislaccheria, bizzarria, curiosità, singolarità, stramberia, stranezza. ↑ arbitrio. 4. (mus.) [componimento strumentale (meno spesso vocale) di forma varia e libera] ≈ ‖ fantasia, improvvisazione. 5. (artist.) [nelle arti figurative, composizione, modo di esecuzione inconsueti, immaginosi, bizzarri] ≈ estrosità, invenzione, trovata. 6. (ant.) [impressione di repulsione] ≈ brivido, orrore, raccapriccio, ribrezzo, (fam.) schifo.