cantiere
cantière s. m. [lat. canthērius «cavallo castrato» e anche nome di varî attrezzi o strutture di sostegno (cfr. gr. κανϑήλιος «asino da soma»); il suff. -iere, con dittongazione di ē lat. (v. invece canteo), rivela l’influenza del fr. chantier]. – 1. ant. Trave, legno, cavalletto di sostegno di tavolati, di tetti o d’altro: i c., che sostentano immediatamente il tetto (Algarotti). In partic., ciascuna delle strutture di sostegno delle navi in costruzione o in riparazione. 2. Stabilimento (detto più spesso c. navale) dove si costruiscono e si varano le navi, provvedendo a quanto occorre per il loro allestimento, e dove si riparano navi già in esercizio: essere in c., di nave in costruzione; in senso fig., mettere in c., avere in c., attendere alla preparazione o realizzazione di un’opera, anche letteraria, artistica, ecc. Per analogia, si chiamano c. aeronautici gli impianti più comunem. detti stabilimenti di costruzioni aeronautiche. 3. Area di terreno, spesso recintata provvisoriamente, nella quale si svolgono le operazioni necessarie alla costruzione di un’opera di ingegneria civile (strade, dighe, ponti, ecc.) o di fabbricati in genere; anche, locale o ambiente interessato a lavori di ristrutturazione edilizia. 4. Cantieri-scuola, cantieri di lavoro istituiti nelle zone nelle quali la percentuale dei disoccupati è particolarmente alta, allo scopo di assicurare un salario e far conseguire una qualificazione agli operai disoccupati (adoperandoli in opere di sistemazione forestale e montana, di rimboschimento, di costruzione di opere di pubblica utilità). 5. C. di abbattimento, parte della cava o della miniera nella quale avviene l’asportazione del materiale utile dal suo giacimento.