cangiare
v. tr. e intr. [dal fr. changer, che è il lat. tardo cambiare] (io càngio, ecc.), letter. – 1. tr. Cambiare, mutare: Ma quell’anime, ch’eran lasse e nude, Cangiar colore e dibattero i denti (Dante); misero me! Chi ha cangiata mia dolcezza in tòsco? (Ariosto); travagliosa Era mia vita, ed è, né cangia stile (Leopardi). 2. Come intr. (aus. avere ed essere) e intr. pron., mutare, subire un cambiamento, e anche mutarsi, trasformarsi: Così dentro e di for mi vo cangiando (Petrarca); a vantaggio dell’umanità che sempre cangia e sempre vive (I. Nievo). ◆ Part. pres. cangiante, anche come agg. (v. la voce).