canfora
cànfora s. f. [dal lat. mediev. camphora, che è dall’arabo kāfūr, voce di origine orientale]. – Composto organico, chetone policiclico saturo, sostanza cristallina, bianca, di un odore pungente caratteristico. Il nome viene anche esteso a un intero gruppo di sostanze solide, volatili, costituite da chetoni o alcoli di terpeni, rappresentanti il principio odorifero di piante da cui prendono il nome (mentolo, timolo, ecc.). La c. naturale è conosciuta in due forme: destrogira, che si estrae dalla pianta del canforo, e levogira, dalla matricale, per distillazione del legno in corrente di vapore; viene sofisticata con la c. sintetica, otticamente inattiva, che si prepara dal pinene o da altre sostanze. La canfora viene usata per la preparazione di polveri senza fumo, nella fabbricazione della celluloide, come antitarmico; in terapia ha proprietà antisettiche, azione eccitante sul sistema nervoso, agisce sul cuore aumentandone il numero e l’ampiezza delle pulsazioni. Olio di c., liquido che si ottiene nella distillazione del legno del canforo: è una mescolanza di idrocarburi terpenici, safrolo, eugenolo, ecc.; si usa come solvente di resine e, nella fabbricazione di saponi, come profumo e come antisettico. C. di mirto, altro nome del mirtolo.