cancellazione
cancellazióne s. f. [der. di cancellare]. – 1. Atto ed effetto del cancellare, anche nel sign. fig. di annullamento, estinzione e sim.: c. di un nome dall’elenco; c. dalle liste elettorali; c. di un debito; c. di un’ipoteca; il bosco è insieme esaltazione e c. di confini (Claudio Magris); c. della causa dal ruolo, nel processo civile, sia per estinzione sia per sola interruzione del processo. In elettronica, impulsi di c., tensioni impulsive di opportune caratteristiche, di cui ci si serve per cancellare, cioè per annullare, altri segnali (per es., per non rendere visibile sullo schermo di un oscilloscopio la cosiddetta traccia di ritorno). 2. In matematica, regola di c., o di semplificazione, regola (sempre valida nelle ordinarie uguaglianze tra numeri) che permette, in un insieme nel quale sia definita un’operazione (astratta) di prodotto, di dedurre dall’uguaglianza a.c = b.c (essendo c diverso dallo zero) l’uguaglianza a = b.