canasta
s. f. [dallo spagn. canasta «canestro»]. – Gioco di carte originario dell’America Merid., della famiglia del ramino: si gioca con due mazzi di 52 carte con due matte (jolly) ciascuno, fra due o più giocatori, isolati o riuniti a coppie. Il gioco che in Italia è chiamato canasta è in realtà il canastone, giocato con tre mazzi, ed è considerato una degenerazione della canasta classica perché basato più sulla fortuna che sull’abilità dei giocatori. Scopo del gioco è di calare le carte in tavola formando serie (dette pali o colonne) di tre o più carte uguali, fino a sette; il palo è detto anch’esso canasta, la quale è pura se formata di carte tutte uguali, sporca se formata con l’aiuto di una o più matte oppure di pinelle (come vengono chiamati i «due» che funzionano anch’essi da matte). Durante il giro, ogni giocatore preleva due carte dal mazzo e ne scarta una; le carte scartate formano il pozzo, che può essere preso dal giocatore di turno se, dopo aver aperto (calate cioè giù alcune carte formanti un punteggio stabilito), abbia in mano una coppia di carte uguali all’ultima carta del pozzo; scartando un tre nero si impedisce al giocatore successivo di prendere il pozzo; lo scarto di una matta invece congela il pozzo e per prendere questo occorre avere in mano tre carte uguali anziché una semplice coppia. ◆ Accr. canastóne m. (v.).