campare1
campare1 v. intr. e tr. [der. di campo; propr. «trovare, dare campo dove salvarsi»]. – 1. intr. (aus. essere) Salvarsi, trovare scampo da un pericolo, quindi anche sopravvivere: Se vuo’ campar d’esto loco selvaggio (Dante); c. da morte; sta molto male, ma si spera che campi; degli uomini campati alcuni tornarono sani e lieti (Colletta). Più com., mantenersi, sostenersi in vita: c. di (o con) poco, c. d’elemosina, c. di stenti; campa del suo, c. del proprio lavoro, si mantiene con mezzi proprî; c. d’aria, di chi mangia poco; c. alla meglio; c. alla giornata, senza certezza dell’avvenire; anche con senso più generico: tirare a c., badare a vivere e basta; si campa, si vive così, alla meno peggio; finché campo io, non gli mancherà nulla; qui non si campa più, non si può vivere; modo prov., campa, cavallo, che l’erba cresce (v. cavallo, n. 1 b). 2. trans. a. ant. liberare; trarre fuori da un pericolo: c. qualcuno da morte; voglio andare a c. il podestà delle mani del popolo (Compagni). b. Mantenere in vita, nutrire, sostentare: come farà quella povera donna a c. quattro figlioli?; l’ho campato io fino a vent’anni. c. ant. C. la vita, salvarla: per c. la vita, gli convenne fuggire travestito (Machiavelli); con altro senso, provvedere alla meglio al proprio sostentamento: per c. la vita, si adatta ai mestieri più pesanti.