calende
calènde (ant. calèndi) s. f. pl. [lat. calendae -arum, di origine incerta, forse connesso con il lat. calare, gr. καλέω («chiamare»); la forma calendi è dall’abl. calendis]. – Nella notazione romana (notazione che soltanto nel medioevo prenderà, proprio da calende, il nome di calendario), il primo giorno del mese, sacro a Giunone; non esistevano nel calendario greco, donde la frase rimandare alle c. greche, già usata dai Romani per significare un rinvio a tempo indeterminato. Nella lingua ital., la parola, un tempo di uso comune, è ormai ant. o letter.: E di noi parli pur come se tue Partissi ancor lo tempo per calendi (Dante). Unendosi con nomi di mesi, subiva spesso il troncamento: calèn di gennaio, calèn di febbraio, ecc. (v. calendimaggio); «... Vi sovvien» dice Alberto di Giussano «Calen di marzo? ...» (Carducci). In Toscana sono tuttora detti calende o calendi i primi 12 giorni dell’anno, da ciascuno dei quali si pronostica il tempo che farà nel mese corrispondente.