calcio2
càlcio2 s. m. [der. di calciare]. – 1. Colpo dato col piede (di solito con la punta): dare, tirare, assestare un c.; prendere a calci qualcuno; fu cacciato via a calci nel sedere. Di animali (cavalli, muli, asini), colpo dato menando all’indietro una delle zampe posteriori, o anche tutt’e due: è un mulo abituato a tirare (o a sparare) calci; il somaro gli sferrò un paio di calci. Locuzioni fig.: trattare qualcuno a c. (in faccia), trattarlo male; dare un c. a qualcosa, rifiutarla con disprezzo: dare un c. al mondo, alle ricchezze; dare un c. alla fortuna, non saper approfittare di un’occasione favorevole; dare calci alla greppia, restituire male per bene, mostrarsi ingrato; dare o tirare calci all’aria, prendersela inutilmente con qualcuno o qualcosa, ma anche, scherz., morire impiccato: tocca a chi comanda a tener buone spie, ... e mandare anche gl’incettatori a dar calci all’aria, in compagnia de’ fornai (Manzoni); fare a calci, di cose contraddittorie, incompatibili fra loro: due teorie che fanno a calci; il c. dell’asino (o del mulo), offesa recata a chi non è più in grado di difendersi (per allusione a una nota favola di Fedro). 2. C. alla luna, tipo di tuffo che si esegue a corpo teso, spingendo in alto i piedi a gambe unite. 3. a. Gioco di origine inglese (ingl. football), popolarissimo soprattutto in Europa e nell’America Merid.: la partita, diretta da un arbitro, si svolge in due tempi di 45 minuti su un campo erboso rettangolare di m 100-110 × 64-75, con una porta (o rete) su ciascuno dei lati minori, ed è disputata fra due squadre di 11 giocatori ciascuna, che si contendono un pallone cercando di farlo entrare nella porta avversaria, nel qual caso ottengono un punto di vantaggio, detto rete o gol (ingl. goal). Per regolamento, solo il portiere può toccare il pallone con le mani, gli altri giocatori debbono colpirlo esclusivamente con il piede o con la testa. Per ogni fallo di gioco, l’arbitro assegna una punizione (c. di punizione, c. di rigore) in favore della squadra avversaria. Con riferimento al gioco nel suo complesso: squadra di c.; una partita, un incontro di c.; campionato di c.; i giocatori di c.; i tifosi del calcio. Con riferimento al metodo, al sistema, alla concezione del gioco: c. fiorentino, quello, giocato anticamente a Firenze, che consentiva ai giocatori delle due squadre avversarie di colpire la palla col calcio o con il pugno; c. atletico, quello, praticato soprattutto dalle squadre anglosassoni, basato sulla foga, l’irruenza e la determinazione dei singoli giocatori, dotati perciò di una preparazione atletica non comune (si contrappone, per es., al c. artistico o bailado, cioè quasi «danzato», praticato dai sudamericani, più raffinato, fatto soprattutto di abili passaggi e finissimi palleggi); c. totale, basato sulla velocità, sul vigore atletico, sulla resistenza dei singoli giocatori, e sulla loro capacità di svolgere contemporaneamente compiti di attacco e d’interdizione, secondo quanto sia suggerito dall’azione in corso; c. a cinque, calcetto; c. a otto, calciotto. b. Col sign. 1, per designare alcune fasi del gioco: c. d’inizio, c. d’angolo; c. piazzato, quello con cui si colpisce il pallone, durante una fase d’interruzione del gioco, dopo averlo sistemato sul terreno (espressione frequente anche nel rugby); c. da fermo, effettuato senza prendere la rincorsa; c. di rinvio, che rimette in gioco il pallone uscito dalla linea di fondo; c. a due in area, punizione di seconda calciata all’interno dell’area avversaria. 4. Nel gioco del biliardo, il colpo (detto più comunem. tiro di c. o di sponda) con il quale la palla, prima di raggiungerne un’altra, tocca almeno una volta la sponda del tavolo. ◆ Dim. calcétto (v. calcetto2), calciòtto (v.); accr. calcióne.TAV.