bullish
agg. inv. Nel linguaggio borsistico, all’insegna del toro, relativo a mercato con forte tendenza al rialzo. ◆ Il 7 marzo di quest’anno si preannunciava per il Dow Jones una seduta tranquilla, magari non bullish (cioè all’insegna del Toro) come per il Nasdaq che avrebbe sfondato per la prima volta la barriera dei 5mila punti. All’improvviso, dopo le prime battute, l’indice è invece crollato in un attimo di quasi 300 punti, subissato da una pioggia di vendite soprattutto sui titoli della «old economy». Cosa era mai accaduto? Quello che un investitore non si deve mai augurare per la società di cui possiede titoli: un profit warning. (Sole 24 Ore, 27 marzo 2000, p. 69, Investire in Borsa nell’era di Internet) • A chiedere oggi previsioni sul futuro delle Borse, comunque, ne esce un quadro diviso sostanzialmente in due. Più bullish (da bull, il toro, segno di rialzo) appaiono gli analisti di mercato, più bearish (l’orso del ribasso) gli economisti, quelli cioè che oltre alla Borsa e ai suoi movimenti tecnici mettono nel conto anche tassi d’interesse, Pil, inflazione, posti di lavoro, fiducia dei consumatori e così via. (Giancarlo Radice, Corriere della sera, 14 marzo 2001, p. 9, Esteri) • ora Internet è tornato più protagonista che mai, dilagando nelle telecomunicazioni e nel commercio: […] essere bullish, favorevole, su Internet in America è troppo facile, così l’analista ha firmato lunedì scorso un rapporto della Morgan Stanley di 118 pagine sulle perle di Internet da seguire nel mare del Web cinese. (Glauco Maggi, Stampa, 19 settembre 2005, p. 31).
Dall’ingl. bullish.
Già attestato nella Repubblica del 20 gennaio 1985, p. 29, Economia (Paolo Savona).