brainworker
(brain-worker, brain worker), s. m. Operatore intellettuale, della conoscenza: chi mette a profitto conoscenze teoriche e specialistiche nel mercato editoriale e delle tecnologie dell’informazione, spesso con contratti di collaborazione. ◆ Perfino i brain workers della new e net economy, fino a ieri un’élite, oggi scoprono l’incertezza della loro condizione, vedi lo sciopero di qualche mese fa dei dipendenti di Matrix e del portale Virgilio. (Stefano Rossi, Repubblica, 1° maggio 2002, Milano, p. II) • Nemici giurati dell’«America imperialista», i rifondaroli avevano fatto ricorso a un glossario anglo-americano per spiegare che durante la street parade (il corteo) a sostegno dei chainworkers e brainworkers (precari delle catene commerciali e dell’intelletto) e per richiedere flexsecurity (flessibilità con diritti), ci sarebbero stati episodi di shopsurfing: ovvero «azioni a sorpresa di riappropriazione di reddito». Il che, tradotto in fatti, ha significato ingenti furti in un ipermercato e in libreria e conseguenti denunce a decine. (Daria Gorodisky, Corriere della sera, 8 novembre 2004, p. 13, Cronache) • Che Fausto Bertinotti avesse scelto di usare i Post-it nella campagna per le primarie si sapeva. […] Figuratevi se su Indymedia non s’indignavano, «ma come la campagna del partito no-logo diventa l’apoteosi del logo»? […] Il leader dell’«altra sinistra» non era l’unico politico in grado di comprendere le avanzatissime battaglie «alternative» sul copy-left, l’open source, il riconoscimento dei trentenni brain-workers, il nuovo precariato intellettuale? (Jacopo Iacoboni, Stampa, 4 agosto 2005, p. 10, Cronache Italiane).
Dall’ingl. brainworker.
Già attestato nella Repubblica del 27 giugno 1997, Roma, p. V (Francesca Giuliani).
V. anche cognitario, knowledge worker, lavoratore della conoscenza.