borrellismo
s. m. Modo di pensare, comportarsi e agire proprio di Francesco Saverio Borrelli, già procuratore della Repubblica a Milano. ◆ «Il fatto è che c’è stato un dipietrismo vulgato, oppure un borrellismo vulgato, che, avendo trovato persone fragili senza grandissima competenza e rigore professionale, talvolta ha dato luogo a episodi che francamente lasciano a desiderare» [Anna Finocchiaro]. (Foglio, 17 giugno 1998, p. 2) • Un direttore d’orchestra vero, Riccardo Muti, ha detto di lui: Quando ha presentato domanda al Csm per passare ad un ufficio più prestigioso s’è schermito come da copione: «Sapete, c’era la toga rossa di mio padre che se la mangiavano le tarme…». Schegge della faccia più lieve del borrellismo. (Goffredo Buccini, Corriere della sera, 18 marzo 1999, p. 11, Politica) • [Furio Colombo] ha dalla sua il fatto di dirigere il giornale che incarna le tre linee oggi vincenti nella sinistra, che il leader dello Sdi Enrico Boselli definisce così: «Morettismo, borrellismo e cofferatismo». (Giornale, 27 marzo 2002, p. 8, Interni).
Derivato dal nome proprio (Francesco Saverio) Borrelli con l’aggiunta del suffisso -ismo.
Già attestato nel Corriere della sera del 13 ottobre 1994, p. 2, Primo piano (M. G.).