bestemmia
bestémmia s. f. [lat. tardo blasphēmia, dal gr. βλασϕημία, rifatto secondo il verbo bestemmiare]. – 1. Espressione ingiuriosa e irriverente contro Dio e i santi e le cose sacre: b. è un parlare oltraggioso contra il Signore, ed è direttamente contrario alla lode divina (Segneri); dire, tirare una b.; letter., proferir bestemmie; il vizio della b.; b. che fanno rabbrividire, iperb. che fanno tremar la terra. La teologia cattolica distingue una b. ereticale, quando contenga cose contrarie alla fede, una b. semplice, costituita da mera ingiuria, una b. imperativa, se esprima desiderio di un male a Dio; e inoltre una b. immediata, rivolta a Dio direttamente, e mediata, contro la Vergine, i santi, le cose sacre. 2. estens. a. Ingiuria, espressione offensiva contro persone o cose a cui è dovuta riverenza. b. Imprecazione. c. Giudizio gravemente erroneo, affermazione sconveniente, grosso sproposito (cfr. l’analogo uso estens. di eresia): non diciamo bestemmie, via!; Manzoni è un uomo grandissimo, ma non tutto quel che si crede, e troppo grossa bestemmia proferì quando esortava a lasciare i classici (Carducci). ◆ Pegg. bestemmiàccia; poco com. il dim. bestemmiùccia; accr. bestemmióne m., bestemmia particolarmente volgare o violenta.