bere
bére (ant. e pop. bévere) v. tr. [lat. bĭbĕre] (pres. io bévo, ecc.; pass. rem. bévvi o bevétti [raro bevéi], bevesti, ecc.; fut. berrò [raro beverò], ecc.; condiz. berrèi [raro beverèi], ecc.; le altre forme sono regolari dal tema bev-). – 1. a. Ingerire liquidi per sopperire ai bisogni dell’organismo, o per altro: b. acqua, vino, liquori, birra; b. una medicina, il veleno; b. un uovo, succhiarlo da un foro fatto nel guscio; uova da b., freschissime; facile come b. un uovo o come b. un bicchier d’acqua, di cosa assai facile; b. nel bicchiere, dal bicchiere, al bicchiere, nella tazza, dalla tazza, alla tazza; b. al fiasco, alla bottiglia, accostando le labbra alla bocca del fiasco, della bottiglia; b. un bicchiere, un fiasco, ecc., quanto contiene o potrebbe contenere un bicchiere, ecc.; b. a sorsi; b. a centellini, a sorsi piccoli e frequenti; b. a garganella, senza toccare con le labbra il recipiente (per estens., bere abbondantemente, senza interrompersi); b. alla salute di qualcuno, alzando il bicchiere e brindando alla sua salute; offrire da b.; b. sopra un cibo, dopo; b. sopra un dispiacere, un dolore, bere vino o alcolici per dimenticare: via, beviamoci sopra!; b. come un otre, come una spugna (ant. come un lanzo), smodatamente; dare da b. agli assetati, una delle sette opere di misericordia; prov., date da b. al prete ché il chierico ha sete, quando qualcuno mostra di chiedere per altri ciò che in realtà vuole per sé. b. Usato assol., s’intende spesso (come già in qualcuno degli esempî prec.) bere vino o alcolici in genere; così spec. nelle frasi: è un uomo che beve, che beve forte, dedito all’alcol, che si ubriaca spesso; al contr., non b., essere astemio: grazie, io non bevo. In altri casi, bere assol., ingurgitare acqua, di chi ci è immerso: è stato sopraffatto da un’onda e ha bevuto; o bere o affogare (modo prov.), essere costretto a fare qualcosa senza alternativa. c. fig. B. (o bersi) con gli occhi, fissare intensamente e a lungo qualcuno o qualcosa; b. fandonie, credere a storie inverosimili; bere grosso, berle grosse, essere credulone; darla a b., darla a intendere, far credere vera una cosa falsa, anche con compl. determinato: Alfio, tutto infuriato, corse a lagnarsi colla Vespa che gli dava a b. di tali bugie (Verga); b. il sangue a qualcuno, spillargli avidamente denari. Per le locuz., non com., b. al calice dell’amarezza (o l’amaro calice), b. il calice (fino alla feccia), v. calice1, n. 1. a. 2. Altri usi fig. a. Spendere bevendo vino o liquori: quei pochi denari che guadagna, se li beve tutti; si è buscato un soldo, è andato subito a berlo all’osteria (Verga). b. Assorbire, imbeversi: terreno che non beve la pioggia; è un motore che beve molto, che consuma molta benzina. Di persona, suggere, succhiare (in senso fig.): b. avidamente le parole di qualcuno, seguirle con grande attenzione; da Filone accademico e da Dione stoico bevve tutta la filosofia (B. Davanzati). c. Superare con facilità: b. gli ostacoli, le distanze; pop., b. un avversario, batterlo con molta facilità. d. Nel gioco del biliardo e sim., perdere punti per l’abbattimento dei birilli con la propria biglia (in questa accezione, è prob. retroformazione di bevuta nel sign. 2). 3. Sostantivato, per indicare l’atto del bere: darsi al b., al vino, all’alcol; il b. in fretta fa male; o ciò che si beve: provvedere al mangiare e al b.; le Romane antiche, per lor bere, Contente furon d’acqua (Dante). ◆ Part. pres. bevènte, che beve, chi beve; per un’accezione partic., v. bevente. ◆ Il part. pass. bevuto è talora adoperato, nel linguaggio fam., come agg. e con valore attivo, riferito a persona che ha bevuto più del necessario ed è quindi più o meno sbronza: quella sera, eravamo tutti quanti un po’ bevuti.