benevolenza
benevolènza (ant. benevogliènza o benvogliènza o benivogliènza o benivolènza) s. f. [dal lat. benevolentia, der. di benevŏlens «benevolente»]. – 1. Buona disposizione d’animo verso una persona, affettuosa simpatia: dimostrare b.; trattare con particolare b.; il dottore parve accettare con benevolenza la sua risposta e si concentrò per emettere il verdetto (Luigi Malerba); conciliarsi, cattivarsi la b. dei superiori. Anche, indulgenza: invocare la b. dei giudici; giudicare con benevolenza. Oggi meno com. col senso di affetto, amicizia e sim. 2. Nella filosofia e teologia cristiana, la specie suprema dell’amore che mira al bene dell’amato, e nel piano soprannaturale porta con sé l’«amore di amicizia» tra Dio che elargisce la grazia santificante e l’uomo che compie verso Dio l’atto di carità. 3. Al plur., benevolenze, contribuzioni volontarie corrisposte, nel mondo feudale, dai baroni al re in determinate circostanze straordinarie (invasione del regno, rivolgimenti interni, dotazione di una figlia, ecc.); i baroni a loro volta se ne rifacevano sui sudditi.