barriere soffolte
loc. s.le f. pl. Strutture modulari in cemento armato, posate e accostate sul fondale marino, lungo una linea continua, parallela al litorale e a distanza di almeno cento metri da esso, allo scopo di dissipare l’energia del moto ondoso, favorire lo scorrimento della sabbia verso la riva e contrastarne il ritorno, in modo da limitare l'erosione delle coste. ◆ Le cosiddette barriere soffolte, poi, interrompendo il naturale scambio tra il mare e la costa, provocano un grave fenomeno di ristagno dell’acqua e relativo rischio di diffusione di alghe tossiche. (Ragusaoggi.it, 12 febbraio 2014, Attualità) • Gli stessi docenti hanno spiegato che le barriere soffolte sono utili per attenuare il moto ondoso che, trovandole sul suo cammino, viene rallentato, ma hanno una capacità dissipativa di molto inferiore, per non dire nulla, quando ci sono le grandi mareggiate che le scavalcano senza alcuna difficoltà. Sono scogliere costose perché devono essere realizzate in un certo modo, come una piattaforma larga e piuttosto lunga che si trova a circa 1,5 metri sotto il livello del mare. (Provincia di Fermo.com, 12 aprile 2014, Fatti di provincia).
Composto dal s. f. barriera e dal p. pass. del verbo di uso letterario e antiquato soffolcere ('sostenere, appoggiare'). Da notare che, a proposito dello stesso referente, si trovano anche attestazioni della locuzione scogliere soffolte; a proposito di strutture simili, si parla di pennelli (frangiflutti). Barriere soffolte compare nel romanzo Macadàm (ed. e/o, 2013, p. 126) di Paolo Teobaldi: «Ogni tanto qualche bagnante ci si faceva male, raspandosi la pancia o le gambe sulle cozze, e finendo magari al pronto soccorso. Vero che alcuni cartelli ammonivano: ATTENZIONE! BARRIERE SOFFOLTE, ma cosa voleva dire soffolte?».