balbettare
v. intr. e tr. [der. del lat. tardo (e ital. ant.) balbare, che aveva lo stesso sign.] (io balbétto, ecc.). – 1. intr. (aus. avere) Articolare male le sillabe, parlare a tratti e con frequenti ripetizioni, inceppandosi, per cause fisiche o psicologiche: è riuscito a vincere la balbuzie, e non balbetta più; durante l’esame si è emozionato e ha cominciato a b.; Demostene balbettava e si seppe correggere; meno com., attribuito alla lingua: costei, alla quale in niuno atto moriva la parola tra’ denti né balbettava la lingua (Boccaccio). Si dice anche di bambini che cominciano appena a parlare: la piccina balbettava nel suo linguaggio infantile; e in senso fig., delle prime incerte manifestazioni di una scienza, di un’arte. 2. tr. a. Pronunciare stentatamente, per violenta emozione o per altro momentaneo impedimento: balbettò una scusa, e se ne andò; non riuscì che a b. poche parole e scoppiò in pianto. Con questa accezione anche intr.: la vergogna lo faceva b.; balbettava ancora per lo spavento avuto. b. estens. Saper parlare una lingua a mala pena: b. l’inglese; non si può dire che sappia il tedesco, ma qualche cosa ne balbetta.