avanti
(ant. e poet. avante) avv., prep. e s. m. [lat. tardo abante, da ante rafforzato con la prep. ab]. – 1. Avv. di luogo. a. Indica la direzione che si ha di fronte, in contrapp. a dietro, indietro, e si adopera per lo più con verbi di moto: andare, venire, farsi avanti; camminare, andare a. e indietro, fare su e giù; un signore che passeggiava nervosamente a. e indietro lungo il vagone, scomparendo a volte per lunghi minuti nella carrozza successiva (Melania Mazzucco). Usato da solo come esclamazione, avanti!, esprime comando di avanzare o è invito ad entrare quando qualcuno bussa alla porta; spesso ha valore di esortazione: a.!, non ti scoraggiare; a.!, smetti di seccarmi; avanti, march!, comando militare o ginnico di iniziare la marcia. Talora preceduto da in: fare due passi in a. e uno indietro; fare un salto in a., dei passi (in) a., in senso proprio e fig. (fare un rapido progresso, e sim.). b. Usi fig.: andare a., tirare a., campare alla meglio, vivere più o meno stentatamente; tirare o mandare a. la casa, la famiglia, la bottega, la baracca, un lavoro, provvedere al sostentamento, al proseguimento, ecc.; non si può più andare a., per esprimere impossibilità di proseguire in qualche faccenda o anche di campare; mettere a. scuse, pretesti e sim., addurre, accampare; mettere le mani a., prendere delle precauzioni, porre delle condizioni; farsi a., affermarsi o tentare di affermarsi, con mezzi leciti o meno leciti (ma anche in senso più proprio, presentarsi, per fare, chiedere, cercar di ottenere qualcosa, esigere ciò che spetta di diritto, ecc., correlativo alla frase «non rimanere indietro», che ha sensi analoghi); portare a., far proseguire, far avanzare (non lasciare cioè che rimanga fermo), e quindi sviluppare, dare seguito, realizzare: portare a. un progetto, portare a. un discorso. Col verbo essere: essere a. negli anni (o con gli anni), essere attempato; essere a. negli studî, in un affare, essere a buon punto. 2. Avv. di tempo. Indica anteriorità, ed è sempre posposto al sost. (assumendo allora valore di agg.) o al verbo: il giorno a., la settimana a., un anno a. (cioè il giorno precedente, il giorno prima, ecc.); bisognava pensarci avanti. In altri casi indica invece posteriorità, come nelle locuz. avv. di qui a., d’ora in a., da questo momento in poi. Col sign. di «prima», forma le cong. temporali a. di, a. che: gli ci vuole un secolo a. di decidersi (o a. che si decida); con valore comparativo, piuttosto che: vorrei morire a. che commettere una simile azione. 3. Come prep., si unisce al sost. direttamente o con la prep. a (più raram. di), e può avere valore locativo (con questo senso però è più com. davanti), o temporale: a. a lui, a. a casa, a. l’alba; si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte a. la giornata di Rocroi (Manzoni); a. lettera (v. lettera). 4. In marina (anche s. m.), ogni parte della nave a proravia della sezione maestra; anche, il senso del moto di una nave che procede con la prora e, di conseguenza, il movimento di rotazione dei propulsori, in marcia normale: a. adagio, a. a mezza forza, a. a tutta forza, ordini dati alle macchine per regolarne la velocità. 5. s. m. a. Nello sport, giocatore di prima linea di una squadra di calcio, hockey, pallamano, pallanuoto o rugby, con il compito prevalente di attaccare e segnare punti. b. Nel rugby, anche fallo che ha luogo quando il pallone viene lanciato in direzione della porta avversaria con la mano o con le braccia (un passaggio di mano si fa sempre all’indietro o lateralmente): commettere un avanti.