attrito2
attrito2 s. m. [dal lat. attritus -us, der. di atterĕre «sfregare»]. – 1. a. Forza resistente che si produce nel contatto tra due corpi premuti l’uno contro l’altro e che ostacola il movimento dell’uno rispetto all’altro. In partic., in fisica, forza resistente che compie, in condizioni di moto, un lavoro negativo, implicante una perdita di energia meccanica, dissipata in calore (calore d’a.); a. radente statico, la forza che può prodursi quando un solido è poggiato su un altro ed è in quiete rispetto ad esso; a. radente dinamico, la forza che può prodursi quando un solido striscia su un altro; a. volvente (o di rotolamento), quello che si oppone al rotolamento di un solido su una superficie; a. di giro (o d’imperniamento o di prillamento), quello che si manifesta nella rotazione relativa di due corpi, a contatto in un punto (per es., l’attrito che si genera tra un puntale di una trottola e la superficie su cui essa ruota); a. interno, quello che si manifesta tra parti o, meglio, tra particelle di un corpo; a. del mezzo, quello che si produce allorché un solido è in moto relativo rispetto a un fluido. b. Nel linguaggio com., lo sfregamento di due corpi, dei quali almeno uno in movimento, e spesso anche il logorio che ne può essere la conseguenza: l’a. del pennino sul foglio, della suola sul pavimento; lo stridio prodotto dall’a. dei cardini nelle bandelle, del gesso sulla lavagna; ruote riscaldate o consumate dall’a. contro l’asfalto (o sull’asfalto); in partic., fare attrito, incontrare resistenza al moto per il contatto con altro corpo o con altra superficie. 2. fig. Contrasto d’idee o di sentimenti, dissidio: a. fra due partiti, fra due famiglie; i soliti a. fra colleghi d’ufficio; le inevitabili gelosie e gli a. che nascono tra suocere (Pirandello).