attaccare. Finestra di approfondimento
Unire, tenere uniti e sim. - Il sign. principale di a. è quello di «unire» e, a seconda delle modalità dell’«unione», si danno diversi sinonimi. Appiccicare e incollare (e, come intr. pron., appiccicarsi e incollarsi) rimandano per lo più all’uso di sostanze collanti: era occupatissimo ad incollare delle strisce di carta a tutte le fessure delle imposte (G. Verga); a. o appiccicare un francobollo. A. e i suoi due sinon. si incontrano anche in senso fig., nel sign. di «stare sempre addosso a qualcuno»: la signorina Ombretta, quando veniva gente, si appiccicava sempre a sua madre (A. Fogazzaro). Tuttavia, sempre con riferimento fig. ai rapporti tra persone, attaccarsi ha anche un sign. diverso, come sinon. di affezionarsi: quando si è soli al mondo ci si attacca anche alle pietre (G. Verga). Applicare è termine più formale (ora tecnico, ora burocr.): applicando la superficie del ferro alla superficie della calamita (G. Galilei); la targhetta va applicata sul (o al) lato destra della busta. Affiggere è, oggi, limitato a manifesti, avvisi e sim. (affiggere bandi di dazi e di confische [I. Nievo]), diversamente dall’ital. ant. che l’usava come lett. e fig.: Adrasto affigge in lei cupidi gli occhi (T. Tasso).
Modi di attaccare - Se si usano ago e filo, per unire tra loro due pezzi di stoffa o sim., il sinon. più appropriato è cucire; se si fa un nodo, annodare o legare; se si usano chiodi, inchiodare; se comunque si ricorre a un elemento che tenga uniti insieme altri elementi, aggiuntare, collegare, congiungere, giuntare, unire: l’elettricista giuntò i due cavi col nastro adesivo. Se si vuole sottolineare la tenuta degli oggetti attaccati, si dispone anche di sinon. intens.: assicurare, fermare, fissare: assicura la ruota prima di sganciare il cric. Se si attacca qualcosa al muro o al soffitto (a. un quadro, un lampadario, un festone e sim.) i sinon. sono: appiccare (oggi meno com. e limitato per lo più all’uso fam., ma abbastanza diffuso nell’ital. del passato: tagliano un ramo grosso della palma, e appiccano a quello una canna grossa come una gamba [G. B. Ramusio]; appiccare il cappello all’attaccapanni); appendere, se si tratta di un quadro o sim.; agganciare, per tutto ciò che venga sorretto da un gancio (una vaporiera di latta a cui si agganciavano due o tre vagoncini [L. Pirandello]); sospendere, per ciò che si lasci pendere dal soffitto. Sia a. (e attaccarsi) sia, più com., agganciare (e agganciarsi) sono frequenti anche con uso fig., nel senso di «trovare collegamenti o appigli; rifarsi»: i nostri scrittori d’arte narrativa contemporanea non dovevano nient’affatto agganciarsi al Manzoni (L. Pirandello); attacco il mio discorso a quanto è stato già detto prima di me.
Malattie e inizi di attività - Un altro sign. molto comune di a. è quello di «trasmettere, o trasmettersi, per contagio»: m’ha attaccato il raffreddore. I sinon. sono tutti più formali: contagiare, diffondere (l’epidemia si diffuse molto rapidamente), trasmettere. D’uso fam. è a. come sinon. di cominciare e iniziare: quando attacca a parlare non la smette più. Cominciare e iniziare sono i termini più generali e intercambiabili per esprimere il concetto di «dare o avere inizio». Avviare è adatto soprattutto per un’attività o un discorso: potevi vivere libero sino dal dì che tuo fratello maggiore avviando una botteghetta, ti chiamò seco (U. Foscolo); hai avviato un ragionamento lasciandolo poi a metà. Intraprendere esprime talora l’idea dell’impresa, dell’avventura, del rischio e sim.: prima di i. il viaggio in India, non avevo idea di che cosa avrei sperimentato; il Governo prometteva d’intraprendere una quantità d’opere pubbliche (F. De Roberto); oppure è usato spesso a proposito del lavoro: intraprendere la carriera diplomatica. Principiare è oggi non com: soffian nel fuoco ogni volta che principia a illanguidire (A. Manzoni). Con uso assol., a. è diffusissimo nel sign. di «iniziare a lavorare», e ha come sinon. montare e come contr. smontare e staccare: attacco alle nove e stacco alle cinque.
Avere successo - Il sign. fig. di «avere presa, ottenere consenso» – detto soprattutto a proposito di idee, tendenze, ecc. – ha sinon. di sfumatura diversa per specificità e ricercatezza: affermarsi, allignare, diffondersi, imporsi, prendere (piede). Allignare è il termine più lett.: il ben nel presto non alligna (G. Pascoli); mentre diffondersi quello più com. ma anche meno intenso: dire che certe idee si sono diffuse non implica necessariamente il fatto che si siano radicate fortemente perché hanno trovato terreno fertile (per continuare con la metafora agricola), come se si dicesse che quelle idee hanno attaccato. Analogam. affermarsi, anche se implica un maggior grado di successo: da quel rossore il suo sentimento cominciava ad affermarsi da vero (F. Tozzi). Imporsi è forse ancora più intenso di a. e di affermarsi, implicando un certo grado di violenza, anche se fig.: la politica del nuovo direttore si è imposta facilmente. Prendere piede è infine d’uso più fam.: la riforma non avea preso piede (C. Goldoni). In questo senso, a. è forse meno diffuso dei suoi sinon., tranne che nell’espressione fam. non attacca!, detta a proposito di discorso e sim. cui non si voglia dare ascolto: è inutile che cerchi di convincermi, perché con me non attacca!