asterisco
s. m. [dal lat. tardo asteriscus, gr. ἀστερίσκος, dim. di ἀστήρ «stella»] (pl. -chi). – 1. Segno grafico a forma di stelletta (*), già in uso nei codici latini e greci, che serve di richiamo a note poste in margine o a piè di pagina, o per indicare lacuna nel testo o omissioni volontarie di nomi che non si vogliono citare: era figliuolo di un mercante di *** (questi asterischi vengono tutti dalla circospezione del mio anonimo) (Manzoni). Posto accanto a una parola, a un numero, a una sigla, richiama l’attenzione su significati o caratteri particolari, secondo convenzioni prestabilite; premesso a una forma linguistica (parola, talora anche significato), indica che questa non è documentata storicamente, ma supponibile attraverso la comparazione (così, per es., in questo Vocabolario è usato nel caso degli etimi ricostruiti); in trattazioni linguistiche, viene anche premesso a frasi agrammaticali o asemantiche. 2. Stelloncino, nota di giornale di solito contrassegnata da un asterisco. 3. Stelletta usata nei libri liturgici a segnare con pausa la metà di ogni versetto nei salmi. 4. Nella liturgia orientale, strumento costituito da due lamine di metallo piegate a semicerchio, incrociate e fissate nel punto d’incrocio da un dado a forma di stella, usato per preservare le particelle del pane dal contatto col velo che copre il disco. 5. Genere di piante composite tubuliflore (lat. scient. Asteriscus e Pallenis), caratterizzato dall’avere le squame dell’involucro più lunghe dei fiori a linguetta; frequente nei luoghi aridi della regione mediterranea è la specie Pallenis spinosa, comunem. nota col nome di astro spinoso.