assorbire
v. tr. [dal lat. absorbēre, comp. di ab e sorbēre «sorbire», con mutamento di coniug.] (io assorbisco, tu assorbisci, ecc., o io assòrbo, ecc.; part. pass. assorbito, ant. assòrto). – 1. Attirare e accogliere dentro di sé, riferito spec. a corpi spugnosi che s’impregnano di umori: la spugna assorbe l’acqua; tessuto che assorbe l’umidità; estens., sostanze che assorbono la luce, il calore, ecc. 2. Altri usi estens.: a. Annettere, inglobare: c’erano ... non più case operaie, ma baracche di campagna che la città aveva assorbito (Pavese). b. letter. Inghiottire, ingoiare: morì Faraone ... assorbito dai gorghi dell’Eritreo (Segneri). 3. fig. a. Assimilare, fare proprio: i Romani assorbirono la civiltà greca. b. Consumare, sottrarre: la lavastoviglie assorbe più energia di altri elettrodomestici; gli incassi sono assorbiti tutti dalle spese di produzione; il fisco assorbe oltre un terzo dei nostri introiti. c. Impegnare, tenere occupato: le cure per la famiglia lo assorbono completamente; l’attività politica assorbe gran parte del suo tempo; a. l’attenzione, l’interesse; assorbito continuamente ne’pensieri della propria quiete, non si curava di que’ vantaggi (Manzoni). d. Con accezioni partic. nel linguaggio econ.: a. mano d’opera, impiegarla: le grandi industrie assorbono tutta la mano d’opera disponibile nella regione; a. un prodotto, farne acquisto e consumo: il mercato interno riesce ad a. soltanto la metà dei prodotti dell’industria nazionale. ◆ Part. pres. assorbènte, anche come agg. e s. m. (v. la voce).