assidere
assìdere v. intr. pron. e tr. [dal lat. assidĕre, comp. di ad- e sidĕre «mettersi a sedere»] (pass. rem. assiṡi, assidésti, ecc.; part. pass. assiṡo), letter. – 1. intr. pron. Sedersi, porsi a sedere: E pietosa s’asside in su la sponda (Petrarca); Ei fe’ silenzio, ed arbitro S’assise in mezzo a lor (Manzoni); Talor m’assido in solitaria parte, Sovra un rialto, al margine d’un lago (Leopardi). Per estens., di animali, posarsi, sdraiarsi; di cose o di luoghi, collocarsi, essere situato: Ei [il fiume] stende tanto il suo girevol corno Che tra ’l suo giro il gran bosco s’asside (T. Tasso). 2. tr., ant. Far sedere: Questi a sinistra e quelli a destra asside (L. Alamanni). 3. tr., ant. Assediare: quei fu l’un d’i sette regi Ch’assiser Tebe (Dante). ◆ Part. pass. assiso, anche come agg. (v. la voce).