assediare
v. tr. [dal lat. mediev. assediare, rifacimento del lat. class. obsidere] (io assèdio, ecc.). – 1. Circondare con forze armate una piazzaforte, impedendo che riceva soccorsi di uomini e di mezzi e mettendo in opera gli apprestamenti necessarî per costringerla ad arrendersi: a. un castello, una città, una fortezza. 2. a. estens. Circondare o tenere chiuso in modo da impedire il passo e spec. l’uscita, bloccare, isolare: essere assediati dalle acque, dalla neve; Renzo, che ... teneva il padrone stesso assediato in una stanza, ha tutta l’apparenza d’un oppressore (Manzoni); fare ressa intorno o davanti: il popolo tumultuante assediava le prigioni; i giornalisti assediarono il ministro; gli ammiratori assediarono l’attrice all’uscita dal teatro; a. la porta avversaria, nel gioco del calcio, svolgere una pressante e reiterata azione d’attacco contro di essa da posizioni ravvicinate. b. fig. Fare pressione, importunare con insistenza: a. con domande, con proposte, con profferte d’amore; stringere incessantemente, assillare (l’animo, la mente): essere assediato da una folla di ricordi, di rimorsi; per contrapporre all’immagine del frate che gli assediava la fantasia, immagini in tutto diverse (Manzoni). ◆ Part. pres. assediante, anche come agg. e sost.: le truppe assedianti; gli assedianti furono respinti. ◆ Part. pass. assediato, anche come agg. e s. m. (f. -a): soccorrere la città assediata; gli assediati aspettavano rinforzi.