assassino
(ant. anche assessino) s. m. (f. -a) [dal plur. Assassini (adattam. dell’arabo Ḥashīshiyya, prob. nella forma non documentata Ḥashīshiyyīn, propr. «uomini dediti al ḥashīsh»), denominazione occidentale di una setta musulmana estremista e terrorista, con cui vennero a contatto i crociati in Siria nei sec. 12° e 13°]. – 1. Chi assassina, chi si è reso colpevole di un assassinio: è solo un volgare a.; cercare, scoprire, arrestare l’a.; indovinare, rivelare il nome dell’a. (soprattutto in romanzi, film o drammi gialli e polizieschi). Come agg., il pugnale a., la mano a., che sono stati strumenti di un assassinio. Nella lingua antica, indicò più propr. chi uccide per denaro o per ordine d’altri, quindi sicario; con questa accezione anche in Dante: Io stava come ’l frate che confessa Lo perfido assessin. 2. fig. Chi danneggia persone o cose, per malvagità o per inettitudine; anche titolo ingiurioso, equivalente a malvagio, scellerato. Come agg.: mestiere a., che ammazza di fatica e dà scarso profitto; occhi, sguardi a., seducenti; e con quest’ultimo sign., mosca a., o neo a. (anche assassina s. f.), neo artificiale che nella moda del 18° sec. le donne mettevano all’angolo dell’occhio o della bocca.