artificio
artifìcio (o artifìzio) s. m. [dal lat. artificium, der. di artĭfex «artefice»]. – 1. a. Uso dell’arte per ottenere fini determinati, quindi abilità, maestria nell’operare: bassorilievo scolpito con a. mirabile. b. Espediente trovato con arte per raggiungere un migliore effetto, per creare un’illusione, per far apparire più bella una cosa: a. scenici; adornare con varî a.; la sua bellezza è tutta un artificio. Quindi anche astuzia, stratagemma: ottenere con artificio, con artifici; servirsi dei più abili a.; o affettazione, ricercatezza: gli a. dell’oratoria. 2. In matematica, a. di calcolo, ogni operazione che, senza alterare una data espressione (per es., un’equazione) e applicando le usuali regole di calcolo, la trasformi per renderla più semplice e maneggevole, onde facilitare la soluzione di un dato problema. 3. Congegno, ordigno e sim.: artifici di guerra, materiali pirici accessorî destinati ad accendere le cariche di lancio delle artiglierie o a scopi sussidiarî speciali come per illuminare, incendiare, ecc. In marina, qualsiasi preparato di materie infiammabili adoperato per scopi pacifici (segnali) o bellici (inneschi, spolette, ecc.). 4. Fuochi d’a., o artificiali: particolari ordigni (razzi, girandole, bengala, mortaretti, ecc.) confezionati con polvere pirica e altre sostanze, che vengono fatti esplodere a terra o in aria in rapida successione per ricavarne figurazioni luminose e cromatiche (per es., fontane, cascate, ecc.), in occasione di pubblici festeggiamenti (sagre paesane, feste religiose, ecc.); anche, gli spettacoli in cui vengono fatti esplodere tali ordigni.