arrivo
s. m. [der. di arrivare]. – 1. a. Il fatto e il momento di arrivare: l’a. del treno, di una persona cara, di un pacco; l’a. delle rondini in primavera; chiedere, comunicare, anticipare, spostare l’ora d’a.; nelle stazioni ferroviarie, lato arrivi, il lato da dove escono i viaggiatori che arrivano. Anche, il luogo dove si arriva: ti attenderò all’arrivo. Locuzioni: essere in a., stare per arrivare: sono in a. nuovi modelli (anche col verbo sottinteso: treno in a. sul terzo binario); avere in a., essere prossimi a ricevere (una merce e sim.). b. Al plur., con senso concr., la merce arrivata di recente a un negozio: mostrare, esporre gli ultimi arrivi. 2. Nello sport, località o punto in cui termina una corsa, indicato dal traguardo, o anche il giungere dei concorrenti al traguardo: linea d’a., la linea di traguardo; essere il primo all’a.; ordine d’arrivo. In partic., nel ciclismo: a. con distacco, quando il vincitore precede gli avversarî di alcuni minuti; a. in gruppo, quando tutti i concorrenti, o un buon numero di essi, giungono contemporaneamente in prossimità del traguardo e il vincitore ha pochissimo vantaggio sul secondo arrivato; a. in volata, quando un numero limitato di concorrenti in vantaggio sugli inseguitori giunge in prossimità del traguardo e disputa la volata. Nella ginnastica e nell’atletica, fase terminale dei relativi esercizî, caratterizzata, per ciascuno di essi, da particolari posizioni o atteggiamenti del corpo.