arridere
arrìdere v. intr. [dal lat. arridēre (comp. di ad- e ridēre «ridere»), con mutamento di coniugazione] (coniug. come ridere; aus. avere). – 1. Sorridere, guardare sorridendo, per lo più in senso fig.: gli arrideva ancora la giovinezza; per estens., essere favorevole, propizio e sim.: gli arrise sempre la fortuna. Nell’uso letter. e poet. anche trans. (spec. nel passivo): giocava per le pinte aiole, E arriso pur di visïon leggiadre L’ombra l’avvolse (Carducci). Con altro uso trans., in Dante: I0 mi volsi a Beatrice, e quella ... arrisemi un cenno, mi fece sorridendo un cenno (di assenso). 2. letter. Recar piacere, diletto: non arride Spettacol molle ai disperati affetti (Leopardi).