arrabbiato
agg. [part. pass. di arrabbiare]. – 1. Preso dalla rabbia, idrofobo: animale a.; m’accolse peggio d’un cane a.; fig., irato, infuriato: non l’ho mai visto così a.; spesso indica tenacia, perseveranza ostinata: lavorare da a., come un a.; giocatore, fumatore a.; e di chi sostiene, difende, oppure avversa idee, posizioni, simpatie con accanimento quasi viscerale: un mangiapreti, un antifemminista a.; un’antivivisezionista arrabbiata. Con altre accezioni: musica a., di ritmo assai movimentato, o che fa gran frastuono; salato a., condito con troppo sale; caro a., costosissimo; riferito a pietanza, cotta a fuoco vivo e con poco unto: carne a., fritto a.; o cotta in padella con forti odori: pollo arrabbiato. In agraria, terreno a., nel quale il frumento cresce stentatamente e si secca prima di fiorire; grano a., cresciuto su tale terreno. Locuz. avv., all’arrabbiata, in fretta e furia: lavorare all’arrabbiata; come termine di cucina, lo stesso che arrabbiato, cioè cotto in padella o comunque condito con forti odori, con aromi piccanti (soprattutto peperoncino): pollo all’arrabbiata, penne all’arrabbiata. 2. Come s. m. pl., gli a., partito fiorentino (fine sec. 15°) fautore di una repubblica aristocratica e avverso ai Medici e al Savonarola. 3. Giovani a. (o semplicem. arrabbiati), espressione con cui è stata resa in italiano la locuz. ingl. angry young men (derivata dalla commedia di J. Osborne Look back in anger del 1956), usata per designare un gruppo di scrittori rivelatisi tra il 1950 e il 1960, la cui tematica consisteva nel prospettare, al di là di ogni conformismo, i problemi più crudi della realtà a loro contemporanea. ◆ Avv. arrabbiataménte, con rabbia: rivoltandosi arrabbiatamente nel letto divenuto duro duro (Manzoni).