ardere
àrdere v. tr. e intr. [lat. ardēre, con mutamento di coniug.] (pass. rem. arsi, ardésti, ecc.; part. pass. arso). – 1. tr. Bruciare per mezzo del fuoco: arsero le case dei loro nemici; l’eretico fu condannato a essere arso vivo; anche riferito al fuoco stesso: l’incendio arse la casa dei nostri vicini. Per estens., riferito ad altri agenti, consumare, disseccare: il gelo ha arso tutte le piantine. Fig., infiammare di desiderio, di un forte sentimento: è una passione che lo arde e lo consuma; i grandi occhi ridenti Arsero d’immortal raggio il mio core (Foscolo). 2. intr. (aus. essere e avere) a. Essere acceso, produrre fiamma, riferito al fuoco o ad altra materia combustibile: nel caminetto ardeva un bel fuoco; la legna arde scoppiettando; sulla tavola ardeva una vecchia lucerna; la candela ha arso per più di un’ora; legna, olio da a., adatti a essere usati come combustibili. Di luogo, struttura, materiale, essere in fiamme, consumarsi al fuoco: il bosco ardeva già da due giorni. b. estens. Mandare, o sentire, forte calore: In una fonte ignuda Si stava, quando ’l sol più forte ardea (Petrarca); a. dalla febbre; iperb., a. dalla sete, provare arsura. Risplendere di luce viva: quelle tre facelle Di che ’l polo di qua tutto quanto arde (Dante); gli occhi le ardevano dalla felicità. c. fig. Provare un sentimento intenso: a. di passione, di desiderio, di sdegno; a. di qualcuna, di qualcuno, esserne innamorato o innamorata; di guerre, battaglie e sim., infuriare, imperversare: Mentre arde la tenzon (T. Tasso). ◆ Part. pres. ardènte, anche come agg. (v. la voce). ◆ Part. pass. arso, anche come agg., nei varî sign. del verbo: legno arso; Più sul cener dell’arso abituro La lombarda scorata non siede (Berchet); essere arso dalla sete, dalla febbre, dal desiderio; terra arsa dal sole, dalla siccità; e in usi fig.: un animo arso di carità; era tutto arso in volto, infocato; letter. o poet., di oggetto che rifletta luce viva come se ardesse: Fra le dardanie faci arso e splendente (Foscolo).