arcicattolico
(arci-cattolico), s. m. e agg. (iron.) Profondamente cattolico. ◆ [tit.] Tra [Arnaldo] Forlani e [Giulio] Andreotti spuntò l’arcicattolico [testo] […] [Bettino] Craxi sapeva che qualcuno nel Psi non avrebbe digerito un arcicattolico al Quirinale. (Sebastiano Messina, Repubblica, 22 marzo 1999, p. 13, Politica) • Nella descrizione di Ginevra, il cui fascino «è quello di una città latina», l’autore si sofferma giustamente sulla bella cattedrale romanico-gotica di Saint-Pierre e parla anche di «alcune reliquie del Principe degli apostoli», senza però specificarne la natura. Forse l’arci-cattolico [Gonzague de] Reynold temeva che quelle reliquie mettessero in ridicolo la religione. E allora lo dico io, che religioso non sono. Fra quelle reliquie, che i calvinisti gettarono nel Rodano, c’era anche un supposto pezzo di cervello di San Pietro. Pensate un po’! (Anacleto Verrecchia, Stampa, 5 giugno 2004, Tuttolibri, p. 7) • «Lei è nato nel 1920, il mio stesso anno. È stato eletto presidente della Repubblica il 13 maggio, giorno della Madonna di Fatima, e ha giurato il 18, giorno del mio compleanno. Potrebbe non essere un caso». Fu con queste parole che il Santo Padre lo accolse nel cortile del palazzo apostolico, il 27 giugno 1999. A incuriosirlo, a parte la triplice coincidenza, era già il profilo di [Carlo Azeglio] Ciampi. Un laico che va a messa ogni domenica. Un uomo che, in un Paese dove c’è quasi una rincorsa a esibirsi come arcicattolici, preferisce nascondere la propria dimensione confessionale. (Marzio Breda, Corriere della sera, 2 aprile 2005, p. 10, Politica).
Derivato dal s. m. e agg. cattolico con l’aggiunta del prefisso arci-.
Già attestato nella Repubblica del 20 settembre 1984, p. 7, Attualità (Giampaolo Pansa), nella variante grafica arci-cattolico.