archistar
s. m. e f. inv. Architetto molto famoso. ◆ «La democrazia partecipativa - scrive [Joseph Rykwert] - sta passando di mano dagli elettori agli azionisti e agli utenti». Questa analisi si salda a quanto scrivono, forse con altro intento, due giovani studiose in un libro dedicato alla figura dell’archistar (lo scrivono così, con un neologismo su cui hanno applicato il copyright): Lo spettacolo dell’architettura, di Gabriella Lo Ricco e Silvia Micheli. (Marco Belpoliti, Stampa, 26 aprile 2003, Tuttolibri, p. 4) • archistar è un neologismo coniato qualche anno fa da Gabriella Lo Ricco e Silvia Micheli, studiose di architettura contemporanea, per definire architetti - Philippe Starck, Zaha Hadid, Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Daniel Libeskind, Tadao Ando, Remi Koolhaas, tanto per fare qualche nome - a cui il calibro mediatico ha conferito le caratteristiche di una star: fama mondiale e immagine globalizzata come quella dei protagonisti dello spettacolo e dei grandi marchi della pubblicità. (Stefania Vitulli, Giornale, 14 dicembre 2007, p. 30, Album Cultura & Spettacoli) • [tit.] La Nomina di Rutelli Bocciata dall’Archistar [testo] Una preoccupatissima lettera è partita ieri da Londra per Roma, diretta al ministro per i Beni e le attività culturali Francesco Rutelli. La firma è di Zaha Hadid, l’archistar che nella primavera 2009 dovrebbe chiudere il suo megacantiere romano dove sta sorgendo il Maxxi, il Museo nazionale di arte contemporanea. La risposta che l’Italia vorrebbe offrire, per esempio, alla Tate Modern proprio di Londra. (Paolo Conti, Corriere della sera, 5 gennaio 2008, p. 43, Cronaca di Roma).
Composto dal s. m archi(tetto) e dal s. f. inv. star, di origine ingl.