arbasiniano
agg. Che ricorda lo stile e le tematiche dello scrittore Alberto Arbasino. ◆ tutta la geografia e storia e politica, tutti questi luoghi sono in Arbasino «lastricati di cultura», per usare una formula di Karl Kraus, sarcastico autore che mi ostino a pensare abbastanza fratello a Arbasino. Non si tratta, tuttavia, di una esibizione mera di buone letture e buona memoria: qui si disegna un processo costruttivo della pagina di viaggio arbasiniana. (Giuliano Gramigna, Corriere della sera, 14 gennaio 1998, p. 35, Cultura) • tante graziose bibliotechine di quartiere, nate alla fine anche in omaggio alla deflagrante e puntuta polemica che Alberto Arbasino intavolò contro l’esordiente (negli anni 70 dello scorso secolo) Estate Romana di un certo Renato Nicolini: «Ma non sarebbe meglio costruire delle biblioteche?», era il refrain arbasiniano. (Antonella Rampino, Stampa, 20 giugno 2003, p. 28, Società e Cultura) • Per capire quanto si siano rimescolate le carte, in questo ultimo mezzo secolo, potremmo limitarci alla nota considerazione arbasiniana secondo la quale, a furia di trasgressione e trasgredire, non hanno più senso alcuno né la norma né la trasgressione. (Michele Serra, Repubblica, 23 settembre 2007, p. 40, Cultura).
Derivato dal nome proprio (Alberto) Arbasino con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
Già attestato nella Repubblica del 27 novembre 1984, p. 26, Spettacoli (R. D. G.).
V. anche arbasineggiante.