aratro
s. m. [lat. aratrum, della stessa radice di arare «arare»]. – Strumento agricolo, a traino animale o meccanico, con trazione diretta o funicolare, talvolta montato su ruote, che serve ad arare il terreno: è costituito dalla trave o bure, sulla quale sono innestati il coltro o coltello che taglia la terra verticalmente, il vomere che la taglia orizzontalmente, il versoio che serve per capovolgere la zolla e frantumarla; posteriormente può essere dotato di stegole per la guida da parte del conduttore; a. semplice, quello che permette il rovesciamento della terra su un solo lato; a. doppio, usato per effettuare l’aratura alla pari, caratterizzato dalla presenza di due distinti corpi lavoranti completi (uno destro e uno sinistro); a. voltorecchio, v. voltorecchio; a. affossatore, costituito da un vomere triangolare e da un versoio a due ali uguali rivolte sui lati opposti, destinato ad aprire piccoli fossi di scolo; a. assolcatore (o rincalzatore), v. assolcatore; a. a dischi, quello in cui il vomere è sostituito da uno o più dischi a bordo tagliente, folli su singoli perni, che tagliano e rovesciano il terreno. Per l’attrezzo agricolo chiamato, con denominazione impropria, a. fognatore, v. fognatore.