arare
v. tr. [lat. arare]. – 1. Lavorare, solcare la terra con l’aratro: a. i campi, i vigneti; anche assol.: il contadino stava arando nel campo; giù per la vallea, Forse colà dov’e’ vendemmia e ara (Dante); a. diritto, fig., compiere esattamente il proprio dovere, detto spec. di chi è sottoposto ad altri (cfr. le locuz. più com. rigare o filar diritto). 2. estens., letter. Segnare di solchi, di righe, in genere: volto arato di rughe; a. il mare, l’onda, percorrere il mare, navigare: arar gran mari Ti converrà pria ch’al tuo seggio arrivi (Caro); innanzi e indietro Arava ei l’onda sicula (Carducci); fig., a. il mare, o in riva al mare, compiere fatica inutile. 3. Con uso assol., e fig.: a. In marina, dell’ancora che, sotto l’eccessiva tensione della catena, provocata dal movimento della nave ormeggiata (per effetto del mare e del vento, nonché per la qualità del fondo), perde la presa e viene trascinata sul fondo. b. Nel gergo automobilistico, avere tendenza ad a., di vettura che, per essere sottosterzante, tende, in curva, a slittare con le ruote anteriori verso l’esterno.