aprire
v. tr. [lat. apĕrīre] (pass. rem. aprìi o apèrsi, apristi, ecc.; part. pass. apèrto). – 1. Verbo di largo uso e di sign. ampio e generico, contr. di chiudere e serrare. a. Disgiungere le parti unite di un oggetto, di un corpo, di una struttura, sia abbattendone o togliendone una parte, sia allontanando eventuali ostacoli: a. un muro, una siepe; a. una finestra, una porta nella parete; a. una strada, spianando il terreno; fig., a. nuove vie all’industria, al commercio e sim.; aprirsi una via, passare attraverso ostacoli o luoghi intricati; analogam., aprirsi un varco nella folla, tra i nemici. Non com., scavare: a. una buca, un fosso; a. la terra con l’aratro. Squarciare, operare un taglio nel corpo umano: la bella romana che col ferro Apre il suo casto e disdegnoso petto (Petrarca); a. una ferita, una piaga, scostarne i margini, o (anche fig.) produrla: non sai né pensi Quanta piaga m’apristi in mezzo al petto (Leopardi). Rifl., spaccarsi, fendersi: per la violenta scossa il muro si aprì in più punti; anche per qualche voragine che si formi: Ahi dura terra, perché non t’apristi? (Dante); talora, essere aperto: Cava grotta s’apria nel duro sasso (T. Tasso). b. Dischiudere ciò che è chiuso, scostando le imposte, sollevando il coperchio, e sim.: a. la porta, la finestra, l’armadio, il baule, una scatola; a. un cassetto, tirandolo a sé. E riferito allo strumento con cui si apre: è una chiave che apre tutte le porte (quella che negli alberghi è chiamata passe-partout); anche fig.: il denaro è una chiave che apre tutte le porte, che spiana o elimina ogni ostacolo. Per estens., a. una stanza, aprirne l’uscio; anche assol.: hanno suonato, va’ ad aprire; a. la bottega, il negozio, per incominciare il lavoro della giornata; a. un locale al pubblico, permetterne l’accesso. Come intr. pron.: l’uscio si aprì violentemente per un colpo di vento; i negozî si aprono alle otto; frequente nell’uso anche senza la particella pron.: il museo apre alle nove. Fig., istituire e sim.: a. una scuola, una bottega, un ristorante, una fabbrica, ecc.; a. la casa, ricevere ospiti, offrire ricevimenti. c. Di altre cose: a. il rubinetto, a. la cannella, farne uscire l’acqua girando la chiavetta o altrimenti; anche, con lo stesso sign., a. l’acqua; fam., a. il gas, accenderlo; a. la luce, la radio, il televisore, accenderli girando l’interruttore o agendo sulla manopola, sul bottone, ecc. A. una diga, una chiusa, dare libero corso all’afflusso delle acque; con sign. analogo la frase biblica si apersero le cateratte del cielo, nel diluvio universale (v. cateratta); e con allusione a questo avvenimento, l’esclam. apriti cielo!, per indicare lo scatenarsi d’una furia, il prorompere improvviso d’uno sdegno, d’un tumulto e sim.: se non trova le sue carte a posto, apriti cielo!, fa il diavolo a quattro. d. Svolgere, dissuggellare: a. una lettera, un pacco, un testamento; a. un libro, un giornale, dispiegare le carte in modo da avere sotto gli occhi due pagine; anche con sign. estensivo, a. un allegato di posta elettronica. 2. a. Allargare, stendere: a. il ventaglio, il compasso; a. l’ombrello; a. le ali; a. le braccia (anche come gesto di rassegnazione), a. la mano; fig., a. le braccia a qualcuno, accoglierlo con espansione, affettuosamente. D’altre parti del corpo: a. la bocca, le labbra, per le varie funzioni che lo richiedono, e in partic. per parlare: Più volte già per dir le labbra apersi (Petrarca); tu apri bocca solo per dire delle sciocchezze; fig., non aprir bocca, non dire parola, fare silenzio assoluto; è un tipo che apre bocca e gli dà fiato, che parla a sproposito, senza pensare alle conseguenze di ciò che dice; a. gli occhi, sollevando le palpebre, anche nel sign. di svegliarsi; poet., a. gli occhi alla luce, nascere; fig., a. gli occhi, star bene attento, stare in guardia, oppure ricredersi; a. gli occhi a qualcuno, fargli conoscere il vero, farlo ravvedere: egli lo riteneva un galantuomo, ma io gli ho aperto gli occhi; a. gli orecchi, prestare attenzione. Altri usi fig.: a. la mente, l’intelletto, sviluppare l’ingegno, allargare le proprie vedute; a. la mente, l’intelletto alla verità, cominciare ad intenderla; a. l’animo, il cuore a qualcuno, confidarsi con lui, palesargli fiduciosamente i proprî pensieri e sentimenti intimi (con sign. sim., il rifl. aprirsi con qualcuno); a. l’animo, il cuore alla speranza, accoglierla in sé, cominciare a sperare. b. letter. e poet. Di piante o fiori, far germogliare, far crescere: In quella parte ove surge ad aprire Zefiro dolce le novelle fronde (Dante); far sbocciare: l’odor del sole Che apriva i fiori e maturava i frutti (Pascoli); rifl., riferito al fiore, allargare i petali che prima erano in boccio, sbocciare: Là s’apre il giglio e qui spunta la rosa (T. Tasso); nell’uso poet. ant., anche intr.: Ma non aprono i fior tutti ad un tempo (Bembo). 3. letter. e poet. Offrire alla vista, mostrare: Vedemmo alfin, quasi dal mar risorta, La terra aprirne i monti e gittar fumo (Caro); fig., manifestare: regalmente sua dura intenzione Ad Innocenzio aperse (Dante); dispose d’aprirgli il suo bisogno (Boccaccio). Rifl., mostrarsi, apparire: In lieto aspetto il bel giardin s’aperse (T. Tasso); del cielo, rischiararsi, rasserenarsi per il diradarsi delle nuvole. 4. fig. a. Cominciare, dare inizio a qualche cosa: a. una discussione, le trattative; a. una serie di conferenze; apre lo spettacolo una scena comica; a. la propria giornata; a. le scuole; a. il gioco; a. le danze; a. una pratica (presso uffici, enti, ecc.); a. una sottoscrizione; intr. pron., aver principio: la caccia si apre domenica prossima. b. Con sign. più partic.: a. un concorso, bandirlo; nel linguaggio milit., a. il fuoco, cominciare a sparare; a. un corteo, una processione, essere in prima fila; a. un conto corrente, un conto in banca, iniziare il rapporto di affari con una banca (da parte del cliente) o con un cliente (da parte della banca), mediante annotazione della prima operazione a credito o a debito. Si dice inoltre che si apre la successione (a un patrimonio, a una carica), quando alla morte del titolare chi ne ha diritto può aspirare a succedergli. 5. Con uso intr., e fig.: a. Nel gioco del calcio e del rugby, effettuare un’azione di apertura sulle ali: a. a destra, o sulla destra. b. Nel linguaggio polit. contemporaneo, a. a sinistra, a. a destra, stabilire (da parte di un partito o di una coalizione di partiti) un colloquio o addirittura una collaborazione con altre forze politiche, di sinistra o di destra, fuori delle alleanze tradizionali (v. anche apertura). c. In varî giochi di carte, dare inizio a un giro del gioco avendo una data combinazione di carte in mano. ◆ Part. pass. apèrto, anche come agg. (v. la voce).