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appropriare

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appropriare


(ant. e pop. appropiare) v. tr. [dal lat. tardo appropriare, der. di proprius «proprio»] (io appròprio, ecc.). – 1. Dare in proprietà, attribuire come cosa propria: ebbono il castello di Simifonti, e fecionlo disfare, e il poggio appropiare al Comune (G. Villani); più genericam., attribuire: pensando se Virgilio possa mai essere stato l’autore delle lettere critiche contro Dante scritte; e da ragionevoli congetture conosce che falsamente furono a Virgilio appropriate (G. Gozzi). Con questo sign. è ant.; oggi si usa quasi esclusivam. nella forma intr. pron. appropriarsi, cioè impossessarsi, impadronirsi di qualcosa che è di altri o che comunque non spetta: a. di un diritto, di un titolo, di un bene (meno com. a. un diritto, un titolo, un bene). 2. Adattare, applicare convenientemente: a. il rimedio al male; a. il tono del discorso alla circostanza; e nell’intr. pron., essere adatto, conveniente: l’abito si appropria alla circostanza; una musica che si appropriava perfettamente al film. ◆ Part. pass. appropriato, anche come agg. (v. la voce).

Sinonimi e contrari
appropriare
appropriare (ant. e pop. appropiare) [dal lat. tardo appropriare, der. di proprius "proprio"] (io appròprio, ecc.). - ■ v. tr., non com. 1. [rendere adatto, conveniente e sim.: a. il rimedio al male] ≈ adattare. 2. [fare proprio, nella forma...
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