apprezzare
v. tr. [dal lat. tardo appretiare, der. di pretium «prezzo, pregio»] (io apprèzzo, ecc.). – 1. Valutare o assegnare il prezzo d’un oggetto; più spesso fig., riconoscere il valore di una cosa, stimarla per ciò che essa vale: a. un lavoro, a. una buona azione; apprezzo la tua buona volontà; non apprezzi abbastanza i suoi meriti. 2. Attribuire (e, nell’intr. pron. apprezzarsi, acquistare) maggiore prezzo o valore. 3. Come intr. pron., nell’uso ant. (dove si è da considerare come un dativo d’interesse, «per sé»), compiacersi, vantarsi di qualche cosa, o farne stima: come fa chi guarda e poi s’apprezza Più d’un che d’altro (Dante, Purg. XXIV, 34, passo in cui altre ediz. leggono però si prezza); sonomi dilettato di saper quali siano in queste cose i modi di che essi più s’apprezzano (B. Castiglione). ◆ Part. pass. apprezzato, anche come agg.: un’iniziativa molto apprezzata; in partic., nel linguaggio econ., di un titolo di credito dello stato o di società, valutato sul mercato a un prezzo superiore al valore nominale, o di una moneta a cambio favorevole in confronto di altra svalutata.