apallico
agg. (scherz.) Che manca di tempra, senza palle. ◆ Aveva troppo ritmo e troppa vitalità addosso, [Lleyton] Hewitt, perché Albert Costa facesse qualcosa di più che succhiargli la ruota. È noto, Costa, quale apallico di talento, bella manina, cuore piccino. In un torneo qualunque si sarebbe dato vinto. Qui lottava, eseguiva i suggerimenti di Dudu Duarte [...], arrivava addirittura a incitare la folla con gesti patetici e insieme deprecabili. (Gianni Clerici, Repubblica, 9 dicembre 2000, p. 57, Sport) • I Franza sono la scheggia dinamica di una città sonnolenta e autolesionista che gli altri siciliani definiscono «babba», cioè apallica, come avrebbe scritto Gianni Brera. A Messina ci si chiude in casa presto e hanno spesso comandato i forestieri. (Marco Ansaldo, Stampa, 15 ottobre 2004, p. 35, Sport) • Servirà un nuovo dialogo aperto, e non il classico monologo del martedì di ogni allenatore, per scuotere uno spogliatoio apatico e apallico. (Gianluca Oddenino, Stampa, 13 febbraio 2007, p. 48, Sport).
Derivato dall’agg. pallico (coniato da Gianni Brera con il significato di ‘ben dotato e preparato nel gioco del calcio’) con l’aggiunta del prefisso a-, e solo formalmente coincidente con il termine medico apallico ‘di quadro clinico neurologico, conseguenza di un coma prolungato’.
Già attestato nella Repubblica del 7 agosto 1984, p. 35, Olimpiadi (Gianni Brera).