antistragi
(anti-stragi, anti stragi), agg. Finalizzato a evitare una strage; con particolare riferimento ai gravi incidenti mortali che avvengono di notte, all’uscita dalle discoteche. ◆ «nel week end ci saranno molti più uomini sulle strade rispetto ai giorni normali». Ma oltre alle «multe», nel piano «antistragi» del sabato sera di [Luigi] D’Alessandris c’è anche la prevenzione. «È nostro dovere insegnare a questi ragazzi la prudenza». (Cristina Zagaria, Repubblica, 19 aprile 2002, p. 2) • [tit.] Discoteche, sì dei giovani all’idea antistragi [testo] […] Il Bolgia è un locale di tendenza, tutto acciaio e cemento. Non c’è un gradino, perché il gestore, Giordano Vecchi, 25 anni, iscritto a Giurisprudenza, si muove su una carrozzella. Giordano conosce le abitudini del popolo della notte e, sulla proposta anti-stragi, dice: «Sono per educare i giovani senza vincolarli con delle regole, viviamo in un mondo già pieno di leggi. Si parla di gente maggiorenne che può votare, perché non dovrebbe sapere come comportarsi? E poi non bevono in discoteca, costa troppo. Arrivano qui già su di giri, con i bottiglioni di vino e vodka comprati in Autogrill». (Arianna Ravelli, Corriere della sera, 27 ottobre 2003, p. 51, Cronaca di Milano) • Ha preso a calci e pugni gli agenti della polizia stradale e i vigili urbani che lo hanno fermato per un controllo anti stragi del sabato sera: è accaduto nella notte tra Pasqua e Pasquetta sotto al ponte della tangenziale di corso Trieste a Novara. (Stampa, 10 aprile 2007, Novara, p. 57).
Derivato dal s. f. strage con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nella Repubblica del 23 aprile 1991, p. 17, Cronaca (Anna Tonelli).