antisraelismo
(anti-israelismo), s. m. Ostilità nei confronti dello stato di Israele e della sua politica. ◆ Poiché nel mio articolo sul sondaggio avevo scritto che rispuntava l’antisemitismo, i miei lettori hanno replicato: «Cosa c’entrano gli ebrei? Noi non ce l’abbiamo con gli ebrei, ce l’abbiamo con Israele; anzi, neppure col popolo israeliano, bensì col governo Sharon». Qualcuno si è anche spinto più avanti: «Sono stufo di vedere i carri armati con la stella di Davide sparare sui palestinesi che, se ricorrono al terrorismo, avranno pure le loro ragioni». Qui il pregiudizio diventa farisaico e l’anti-israelismo scivola nell’antisionismo e questo nell’antisemitismo. Spiego perché. (Piero Ostellino, Corriere della sera, 8 novembre 2003, p. 15, Cronache) • L’antisraelismo ha due forme: la prima contesta l’insediamento di Israele su territori arabi e si confonde con l’antisionismo, ma riconosce implicitamente l’esistenza della nazione israeliana. La seconda è parte di una critica politica globale dell’atteggiamento del potere israeliano nei confronti dei palestinesi e nei confronti delle risoluzioni Onu che chiedono il ritorno di Israele alle frontiere del 1967. (Edgar Morin, Stampa, 19 febbraio 2004, p. 28, Società e Cultura) • Un coro di sdegno contro gli insulti razzisti rivolti da giovani giocatori ai loro coetanei ebrei. […] «È un clima che non può più essere tollerato. Non voglio dire che sono tornati gli anni Trenta, ma si è creato un antisemitismo di destra e di sinistra, un antisemitismo mischiato con l’anti-israelismo di sinistra rivisitato. È una miscela esplosiva. A tutte le autorità chiediamo la massima fermezza e tolleranza zero» ha detto [Leone] Paserman. (Paolo G. Brera, Repubblica, 7 maggio 2005, p. 21, Cronaca).
Derivato dal s. m. israelismo con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nella Repubblica dell’11 agosto 1985, p. 12, Politica estera (Avigdor Livni), nella variante grafica anti-israelismo.
V. anche anti-Israele, antisionismo.